AGROALIMENTARE
COVID VS. EXPORT: L'ITALIA MAI FORTE COME NEL 2020.
Una realtà differente da quella prevista e temuta;
il lockdown ha messo alla prova il fattore Export, che ha saputo però tenere duro.
Nonostante la crisi generale fronteggiata dall'economia Europea,
nelle tavole del mondo si continua a prediligere il “Made in Italy”,
favorendo un ritorno alla preparazione casalinga e privilegiando prodotti alleati della salute.
L’esportazione di prodotti come ortaggi, pasta, dolci, riso, olio e carni era partito bene nel 2020,
ostacolata successivamente dall’emergenza sanitaria,
che ha portato ad una iniziale diminuzione a causa di numerose chiusure e restrizioni;
che ha portato ad una iniziale diminuzione a causa di numerose chiusure e restrizioni;
tutto questo amplificato in alcuni casi anche da richieste ingiustificate,
e sicuramente limitanti l’export,
che prevedevano per i nostri prodotti la fornitura di un certificato di analisi e la presenza in etichetta dell'indicazione “virus free”,
una misura questa sicuramente restrittiva per il commercio e non affatto giustificata.
Per vini e latticini si è avuto un importante incremento iniziale,
susseguito da rilevanti cali dovuti alla mancata frequentazione di bar e ristoranti;
per il vino invece, pur rimanendo il secondo comparto produttivo maggiormente esportato,
è andata un po’ meno bene.
L’agricoltura italiana ha il primato dell’Unione Europea con 311 specialità Dop/Igp e 526 vini Dop/Igp, oltre 70.000 aziende agricole bio ed il primato della sicurezza alimentare avendo il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari.
Si tratta infatti di una realtà che sul rispetto dell’ambiente e la qualità dei prodotti fonda la propria competitività;
ed è anche grazie a questo che i prodotti agroalimentari italiani hanno ottenuto nel 2020 il record storico delle esportazioni nonostante la pandemia Covid19.
Con l'emergenza sanitaria e con la crisi da questa causata,
la filiera del cibo è diventata ancor più la prima ricchezza del Paese nel garantire posti di lavoro;
è quindi necessario ripartire investendo sui suoi punti di forza,
evolvendosi e contribuendo attivamente nel preservare e valorizzare i nostri territori,
in un’ottica di aumento di competitività del sistema alimentare,
salvaguardia del suolo e miglioramento della sostenibilità dei processi produttivi mediante nuove tecnologie.
Per vini e latticini si è avuto un importante incremento iniziale,
susseguito da rilevanti cali dovuti alla mancata frequentazione di bar e ristoranti;
per il vino invece, pur rimanendo il secondo comparto produttivo maggiormente esportato,
è andata un po’ meno bene.
L’agricoltura italiana ha il primato dell’Unione Europea con 311 specialità Dop/Igp e 526 vini Dop/Igp, oltre 70.000 aziende agricole bio ed il primato della sicurezza alimentare avendo il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari.
Si tratta infatti di una realtà che sul rispetto dell’ambiente e la qualità dei prodotti fonda la propria competitività;
ed è anche grazie a questo che i prodotti agroalimentari italiani hanno ottenuto nel 2020 il record storico delle esportazioni nonostante la pandemia Covid19.
Con l'emergenza sanitaria e con la crisi da questa causata,
la filiera del cibo è diventata ancor più la prima ricchezza del Paese nel garantire posti di lavoro;
è quindi necessario ripartire investendo sui suoi punti di forza,
evolvendosi e contribuendo attivamente nel preservare e valorizzare i nostri territori,
in un’ottica di aumento di competitività del sistema alimentare,
salvaguardia del suolo e miglioramento della sostenibilità dei processi produttivi mediante nuove tecnologie.